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Come diventare interprete: ecco cosa sapere su studi e lavoro

Aziende, istituzioni, eventi, conferenze e non solo: gli ambiti in cui un interprete può operare sono numerosi e questa professione è sempre molto richiesta. 
In questa guida vedremo insieme come diventare interprete. Inizieremo spiegandoti di cosa si occupa questa figura, quali sono i requisiti per svolgere questa professione e qual è il percorso di studi da seguire per entrare nel mondo dell’interpretariato. 

Iniziamo. 

Cosa fa l’interprete: mansioni e requisiti

L’interprete ha un ruolo diverso da quello del traduttore. Mentre quest’ultimo si occupa di tradurre testi scritti, infatti, l’interprete traduce la lingua orale in modo fluido e facendo in modo che il significato del messaggio arrivi al pubblico nella sua completezza; per questo motivo dev’essere in grado di riportarne le sfumature linguistiche e di tono. Per lavorare come interprete, quindi, dovrai conoscere in modo approfondito anche la cultura della lingua straniera da tradurre.  

L’interprete, inoltre, può trovarsi a tradurre in modo simultaneo, consecutivo, oppure con la tecnica del “chuchotage”. Nel primo caso il lavoro si svolge di solito in un ambiente acusticamente isolato dove, grazie all’utilizzo di cuffie e microfono, l’interprete traduce le parole dell’oratore nello stesso momento in cui esso parla, senza interromperlo. Nel secondo caso, invece, l’interprete si alterna con l’oratore traducendo di volta in volta brevi parti di discorso. Infine, il “chuchotage” o interpretazione sussurrata prevede che l’interprete sieda a fianco dell’ascoltatore e gli sussurri all’orecchio la traduzione in tempo reale. 

Poiché gli interpreti possono lavorare in diversi ambiti, come quello istituzionale, amministrativo, giudiziario, tecnologico, turistico e aziendale, è sempre bene specializzarsi in un settore specifico. Questo, infatti, ti permetterà di conoscere al meglio il lessico, i modi di dire e i tecnicismi del settore.  

Riassumendo, quindi, i requisiti indispensabili per diventare interprete sono: 

  • Un’ottima conoscenza dell’italiano e di almeno due lingue straniere 
  • La conoscenza della storia e della cultura dei Paesi delle lingue straniere parlate 
  • Ottime capacità di comunicazione 
  • Empatia 
  • Capacità di concentrazione 
  • Conoscenza approfondita del settore in cui si opera 
  • Una laurea  

Il percorso di studi per diventare interprete

Per fare l’interprete la conoscenza delle lingue non basta, dovrai infatti conseguire un titolo di laurea. Ma quali sono i corsi per diventare interprete? Puoi scegliere, ad esempio, tra un corso di laurea in Scienze della Mediazione Linguistica come quello proposto dall’Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo, specializzato da oltre 70 anni nella preparazione dei migliori interpreti, traduttori e mediatori linguistici in Italia. Un’altra possibilità è quella di frequentare un corso di laurea in lingue straniere, traduzione e interpretariato.  

Ora che abbiamo visto insieme che università fare per diventare interprete, vediamo come trovare lavoro nei principali ambiti.  

Come diventare interprete al Parlamento Europeo

Il Parlamento Europeo, la Corte di giustizia europea e la Commissione europea sono spesso alla ricerca di interpreti, sia permanenti che freelance.  

Per lavorare come funzionario permanente dovrai superare uno degli appositi concorsi che vengono banditi da queste istituzioni. I profili linguistici richiesti cambiano a seconda del concorso specifico. Per maggiori informazioni puoi visitare la pagina dedicata alle opportunità di lavoro sul sito dell’Unione Europea.  

Per lavorare come interprete freelance presso le istituzioni europee, invece, dovrai inviare la tua candidatura, superare un test di preselezione e un test di accreditamento, dopodiché verrai inserito nella banca dati e verrai chiamato in caso di bisogno. Puoi trovare maggiori informazioni nella pagina Lavorare come interprete freelance per l’UE

Come diventare interprete in tribunale

Gli interpreti possono trovare lavoro anche presso questure e tribunali. In questi casi viene richiesta di solito un’esperienza minima documentata di 3 anni nell’interpretariato e la conoscenza della terminologia legale e giuridica.  

Inoltre, per poter lavorare come traduttore e interprete giudiziario dovrai superare l’esame di idoneità organizzato dalla Camera di Commercio di competenza (la domanda va fatta presso l’apposito sportello della CCIAA) e iscriverti agli appositi albi di categoria delle Camere di Commercio e/o dei Tribunali.  

Qual è lo stipendio di un interprete

Abbiamo visto come diventare interpreti, ma quanto guadagnano questi professionisti? Dipende da una serie di fattori, come il livello di esperienza e l’ambito in cui si opera. Secondo il portale Jobbydoo, ad esempio, in Italia lo stipendio medio di un interprete è di 1450 euro netti al mese, ma si può partire anche da 1000 euro netti al mese nel caso di chi non ha esperienza, mentre per i professionisti affermati lo stipendio può arrivare a 3.600 euro netti mensili.  

Lavorando come interprete presso il Parlamento Europeo, invece, lo stipendio medio è di circa 4.000 euro al mese.  

Ora che sai come diventare interprete e intraprendere questa carriera, scopri di più sul Corso di Laurea Triennale in Scienze della Mediazione Linguistica dell’Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo, un ottimo modo per formarti nel campo dell’interpretariato. Per saperne di più, non esitare a contattarci

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12 Maggio 2022
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