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Mediatore culturale: cosa fa e formazione

La mediazione linguistica e culturale è una disciplina che fa da ponte tra culture diverse e trova applicazione nell’accoglienza e nel supporto a popolazioni straniere ma anche nel commercio e nella realtà aziendale. 

Il mediatore culturale è una figura fondamentale per mettere in comunicazione popoli e persone con culture e lingue differenti, grazie alle sue abilità interpersonali e professionali. 

Scopri chi è il mediatore culturale, cosa fa, come intraprendere la professione e quali sono gli sbocchi professionali. 

Mediatore culturale: lavoro e sbocchi professionali 

Il lavoro di mediatore culturale, come accade per il mediatore linguistico, è spesso confuso con quello dell’interprete, che sfrutta le proprie abilità linguistiche per consentire la comunicazione tra due interlocutori di lingua diversa traducendo quanto viene detto oralmente.  

In realtà, il mediatore interculturale è un professionista che media tra singole persone o gruppi che appartengono a culture differenti e parlano lingue diverse. Non si tratta di una semplice questione linguistica, quindi, ma comprende anche una mediazione a livello culturale. 

Ogni cultura ha infatti le proprie usanze, usi, costumi e bisogni, da conoscere e rispettare negli scambi per evitare incomprensioni e problemi. La figura del mediatore garantisce una corretta comunicazione tra le parti: fornisce assistenza linguistica ma spiega anche tutte le dinamiche interne e la burocrazia di un Paese, per consentire a persone provenienti da altri Paesi di sentirsi accolti e di rispettare la legge. 

Nei rapporti interculturali tra paesi, il mediatore culturale è di supporto in molte occasioni, soprattutto nei contesti di accoglienza e integrazione degli stranieri in un nuovo Paese: assiste e consente a migranti, stranieri e minoranze etniche di accedere ai servizi pubblici statali.  

In particolare, opera nei seguenti settori e strutture:  

  • Ospedali 
  • Scuole  
  • Associazioni ed enti per l’immigrazione 
  • Centri di accoglienza per richiedenti asilo 
  • Tribunali 
  • Carceri e questure 
  • Comuni 
  • Centri di collocamento  
  • Sindacati  

Per ogni settore, il mediatore può specializzarsi in una determinata area d’azione e svolgere funzioni di coordinamento e gestione

Il mediatore culturale può anche operare in ambito aziendale, soprattutto in:  

  • Società di import ed export in mercati esteri 
  • Organizzazioni ed enti internazionali 
  • Strutture turistiche 
  • Aziende di marketing e comunicazione digitale.  

Cosa fa il mediatore interculturale e quali competenze deve avere

I compiti di un mediatore culturale possono essere diversi e di varia natura. Tra i principali troviamo la funzione di interprete e traduttore in caso di adempimenti burocratici, amministrativi e reati civili o penali. Funge anche da supporto informativo con scuola, istituzioni e comunità d’origine o da risolutore di conflitti

Un mediatore culturale può affiancare:  

  • Medici nella definizione e comunicazione di malattie o cure sanitare, nel rispetto della cultura dell’utente 
  • Strutture sociali e amministrative per adempiere alle procedure burocratiche 
  • Avvocati, giudici, poliziotti e rappresentanti della legge nel comunicare disposizioni legali, diritti e doveri del cittadino 
  • Scuole e insegnanti per valorizzare la presenza di differenti culture.  

Per fare il lavoro di mediatore interculturale è necessario avere sia competenze pratiche che umane e sociali.  

Le competenze di un buon mediatore culturale sono:  

  • Parlare una o più lingue straniere, oltre ad una perfetta conoscenza della lingua italiana 
  • Conoscere usi e costumi, religioni e tradizioni dei cittadini che si assistono 
  • Saper gestire i conflitti  
  • Conoscere il settore in cui si opera 
  • Avere capacità relazionali, di lavoro in team, ascolto e comunicazione. 

Lo stipendio del Mediatore culturale 

Non è semplice definire lo stipendio mensile di un mediatore culturale, perché non esiste un contratto collettivo nazionale per la categoria. In genere, i mediatori lavorano tramite contratti di collaborazione o a chiamata. Ciò significa che la retribuzione dipende dal numero di ore lavorative svolte durante una settimana (dalle 15 alle 30- 40 ore settimanali). 

In media lo stipendio di un mediatore culturale senza esperienza è di poco superiore agli 800-900€ netti al mese, mentre una figura esperta può guadagnare uno stipendio anche superiore ai 1500€ netti al mese. 

Come diventare mediatore culturale: formazione 

Per diventare un mediatore culturale è necessario studiare e approfondire le proprie competenze linguistiche e culturali. Il primo passo è la laurea, con un corso in Mediazione Culturale e Linguistica. 

L’istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo, con il suo Corso di Laurea Triennale in Scienze della Mediazione Linguistica, offre l’opportunità di studiare tutti gli aspetti di una lingua e di una cultura, con esercizi pratici di interpretariato e traduzione e tre ambiti di specializzazione (a partire dal secondo anno): Negoziazione Internazionale, Digital Communication & Social Media Marketing e International Trade and Multicultural Sales. 

Dopo la laurea, è possibile continuare gli studi con un Corso di laurea Magistrale in traduzione specialistica e Interpretariato oppure cominciare ad esercitare la professione. La SSML Carlo Bo sostiene i suoi studenti anche dopo la laurea e facilita i primi passi nel mondo del lavoro grazie alla collaborazione con un fitto network di imprese convenzionate.  

Contattaci subito per avere maggiori informazioni sul Corso di Laurea in Scienze della Mediazione Linguistica o partecipa agli Open Day in programma nelle sedi di Milano, Roma, Firenze, Bologna e Bari.  

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23 Giugno 2022
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